L’implantologia orale rappresenta, allo stato attuale delle conoscenze, una vera e propria disciplina odontoiatrica punto di arrivo e di confluenza di tutte le altre discipline. Senza l’esecuzione delle tecniche implantologiche buona parte del lavoro dell’odontoiatra verrebbe a essere, se non vanificato, quanto meno minimizzato. Parole chiave: implantologia endossea; implantologia postestrattiva; implantologia sottoperiostea.
L’implantologia orale può essere oramai considerata, dopo tanti anni di buio e di scarsa considerazione da parte degli ambienti odontoiatrici, una vera e propria disciplina da inserirsi degnamente nell’ambito del panorama delle discipline specialistiche odontoiatriche chirurgiche.
Gli ultimi quarant’anni hanno rappresentato per essa un momento fondamentale di nascita e di crescita, fino a raggiungere negli ultimi anni l’attuale stato in cui scienza e professionalità si sono completamente congiunte. Finalmente, dopo un esordio lento e faticoso in cui essa è stata iniziata, divulgata e testata chirurgicamente e istologicamente non solo da gruppi di liberi professionisti che, contro ogni tipo di resistenza, hanno iniziato e portato a termine nell’ambito dei propri ambulatori le loro personali esperienze, l’implantologia orale attualmente è riuscita a inserirsi nell’ambito delle discipline di interesse universitario. Numerosissime sono oramai le associazioni implantologiche esistenti nel mondo costituite sia da operatori liberi professionisti, sia da docenti universitari, numerosissime sono le manifestazioni congressuali che ospitano temi di relazione implantologici, e altrettanto numerose sono le circostanze in cui i temi implantologici rappresentano addirittura la tematica congressuale di predominante interesse.
A questo interesse del mondo scientifico per l’implantologia orale sta corrispondendo, di pari passo, un interesse sempre crescente da parte della stessa utenza del professionista odontoiatra. Il bisogno, infatti, di disporre nella propria bocca di una dentatura il più possibile simile a quella che la natura ha fornito alla nascita, sta diventando sempre più imperativo per la maggior parte della popolazione.
Le protesi mobili vengono finalmente viste come una vera e propria mutilazione permanente della figura umana, non solo per quanto riguarda gli aspetti funzionali e fisiologici a esse correlati, ma anche e soprattutto nei confronti degli aspetti relazionali che direttamente o indirettamente le coinvolgono.
Il paziente sta prendendo coscienza in maniera inequivocabile che quando per una serie di motivazioni egli viene a perdere l’integrità anatomica e funzionale dei propri denti e si trova, in un punto più o meno avanzato della propria esistenza, a dover affrontare il problema della sostituzione protesica della propria dentatura, non può più ricorrere a un tipo di protesizzazione quale è quella mobile, totale o parziale, assolutamente non corrisponde alle sue esigenze di socialità oltre che alle sue funzionalità elementari.
Non dobbiamo dimenticare però in questo momento felice dell’implantologia orale, in cui è in essere una vera e propria corsa a stratificare nozioni e tecniche chirurgiche che gli esordi e i primi passi di questo cammino sono stati compiuti con un’incredibile fatica e con un sovrumano sforzo di volontà da parte di pochissimi pionieri. Primo fra tutti è doveroso citare in questa sede il professor Leonard Linkow di New York che oltre trent’anni fa elaborò il primo disegno di impianto endosseo a lama, ne mise a punto le metodiche tecniche di inserzione chirurgica, ne diffuse i principi basilari con una serie innumerevole di corsi, congressi e conferenze in ogni parte del mondo.
Egli ha così generato migliaia di allievi in ogni parte del globo, sviluppando una casistica personale di oltre quarantamila casi, dando vita a centinaia di associazioni implantologiche diffuse in ogni parte del mondo, dal Giappone al Messico, e dando il proprio nome alla prima e unica Cattedra Universitaria di Implantologia Orale esistente presso la New York University. Sull’orma del professor Linkow tanti altri implantologi hanno tracciato le loro strade e disegnato i loro impianti.
Ne citiamo qualcuno quali: il professor Samul Sandhaus di Losanna, Raffael Chercheve, Feliciano Salaparay, il professor Branemach, e nell’ambito dei professionisti italiani, il dottor Stefano Tramonte di Milano, il professor Giordano Muratori di Bologna, il dottor Gianni Russo di Verona, il dottor Nasa Marini di Modena, il professor Ugo Pasqualini di Milano e tanti altri. Scopo di questa tesi è illustrare alcune delle possibilità tecniche che l’implantologia orale consente di realizzare nell’ambito della riabilitazione protesica della bocca, sovvertendo completamente gli attuali canoni di ricostruzione e realizzando risultati qualitativi ineccepibili e, oggi possiamo dirlo dopo qualche lustro di esperienza, anche affidabili e duraturi nel tempo.
CENNI STORICI SULL’IMPLANTOLOGIA ORALE
Anche se l’implantologia orale sotto il profilo tecnologico, chirurgico, scientifico e divulgativo ha subìto solo in quest’ultimo trentennio la sua vera e propria crisi di crescita, non possiamo non ricordare in questa sede che l’aspirazione di sostituire i denti naturali ammalati ed estratti, con denti fissi, e un’aspirazione vecchia quanto l’uomo se è vero che il problema della sostituzione dentaria veniva già posto nel lontano tremila a.C. in Egitto dal primo dentista a noi noto, e cioè l’egiziano Esi Re.
EVOLUZIONE DEGLI IMPIANTI
Un’aspirazione vecchia quanto l’uomo se è vero che il problema della sostituzione dentaria veniva già posto nel lontano tremila a.C. in Egitto dal primo dentista a noi noto, e cioè l’egiziano Esi Re. Tracce di questa volontà di sostituzione di elementi dentari naturali con elementi fissi esistono addirittura nel Talmud che riferisce di una donna che volle provvedere alla sostituzione di un suo dente naturale perso con un dente artificiale, per fare cosa gradita al suo fidanzato. Evidentemente, allora come ora, una delle principali motivazioni per le sostituzioni protesiche era di natura estetica. Sempre nell’Era antica le popolazioni utilizzavano per la fabbricazione di denti artificiali una grande varietà di materiali. Il substrato più antico conosciuto è stato il dente animale, opportunamente ritagliato e ridotto in proporzioni simili a quelle del dente umano. Ovviamente si trattava di tentativi abbastanza artigianali e ……